IL VARICOCELE

il varicocele


Il varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche) che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo.

Esiste anche il varicocele femminile, definito anche come insufficienza venosa pelvica, caratterizzato da una dilatazione delle vene ovariche che è causa di dolore pelvico cronico.

anatomia

I testicoli ricevono il sangue dall'arteria genitale (arteria testicolare) attraverso il canale inguinale che mette in comunicazione lo scroto all'addome. Le vene testicolari (superficiali e profonde) si riuniscono e dopo aver raccolto le vene dell'epididimo, risalgono ed entrano a far parte del funicolo spermatico dove costituiscono il plesso pampiniforme. Da questo si origina la vena testicolare, che a destra sbocca nella vena cava inferiore, a sinistra invece giunge alla vena renale sinistra.
Tali vene, nell'uomo e più raramente nella donna, possono diventare incontinenti e dilatarsi impedendo così il deflusso di sangue venoso dal testicolo verso la parte alta del corpo. Si crea quindi una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo.

trattamento il varicocele

Tali vene, nell'uomo e più raramente nella donna, possono diventare incontinenti e dilatarsi impedendo così il deflusso di sangue venoso dal testicolo verso la parte alta del corpo. Si crea quindi una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo.
Ciò si manifesta in particolar modo a carico del
testicolo sinistro (95%) e raramente nel testicolo destro (5%) a causa delle differenti caratteristiche anatomiche tra le due vie vascolari. La vena spermatica sinistra, infatti, è tributaria della vena renale che ha basso flusso rispetto la vena cava nella quale refluisce la vena spermatica destra, questo perché la vena testicolare sinistra sfocia nella vena renale perpendicolarmente, a differenza della testicolare destra che sfocia nella vena cava ad angolo acuto. Se capita a destra si può porre il sospetto di massa renale.

Talvolta il varicocele può coinvolgere entrambi i testicoli ed allora si parla di varicocele bilaterale.

chi colpisce

Il varicocele è piuttosto comune, con un picco dell'8% tra i 10 e i 19 anni.

Colpisce il 15-20% della popolazione maschile ed è presente nel 30-40% degli uomini con problemi di fertilità.


I segni e i sintomi

Nella maggior parte dei casi non si hanno sintomi evidenti. Un ragazzo può non accorgersi affatto di avere un varicocele.

Molti ragazzi scoprono casualmente la patologia (ad esempio durante la visita medica per la leva militare).

I sintomi tendono a presentarsi con il caldo, dopo un duro esercizio, alla fine di un rapporto sessuale, oppure dopo un tempo prolungato in stazione eretta.


I SINTOMI INCLUDONO:

  • un dolore sordo nel/i testicolo/i;
  • un senso gravativo di pesantezza a livello scrotale;
  • fastidio al testicolo o in una parte dello scroto.
  • I segni più frequenti sono:
  • vene dilatate palpabili a livello scrotale. Vengono spesso descritte come un sacchetto di vermi;
  • il testicolo colpito da varicocele può risultare più piccolo rispetto all'altro.​

diagnosi

La diagnosi di varicocele è semplice e si basa sull'obiettività clinica e su indagini ecografiche. Un'accurata ispezione dello scroto ed un completo esame obiettivo da parte del medico (andrologo o urologo) permette di determinare la presenza di varicosità a livello testicolare. Le indagini strumentali di supporto (ecografia testicolare e eco-color-Doppler dei vasi spermatici) permettono di stabilire l’entità del reflusso.

Solitamente si distinguono 4 livelli di varicocele: I, II e III grado. L’indicazione al trattamento della patologia viene data dall’andrologo, o dall'urologo con competenze andrologiche, quando il varicocele è associato ad alterazione della quantità e qualità degli spermatozoi, quando è associato a dolore testicolare e quando ravvede la necessità di preservare la fertilità del paziente.

conseguenze

Nel testicolo, a causa della persistenza di sangue venoso, si vengono a creare alterazioni metaboliche e strutturali dell'organo. Possono quindi essere intaccate le condizioni ideali per la crescita e la maturazione di spermatozoi sani e con capacità fecondante. Si osserva spesso l'alterazione del liquido seminale che presenterà varie anomalie tra cui, le più comuni, diminuzione del numero di spermatozoi e/o alterazioni della loro motilità e morfologia. Le vene dilatate determinano un innalzamento di pochi gradi della temperatura del testicolo che, se si mantiene per lungo tempo, può causare infertilità. La produzione degli spermatozoi, infatti, è molto sensibile anche a piccole variazioni di temperatura. Dopo il trattamento si osserva frequentemente un netto miglioramento dei parametri seminali. Il varicocele può anche causare un'ipotrofia del testicolo.

il trattamento

Il trattamento d'elezione è di tipo chirurgico le cui indicazioni principali sono: alterazione dello spermiogramma o dolore invalidante. La varicocelectomia viene eseguita in anestesia generale, spinale (subaracnoidea) o locale a seconda delle tecnica chirurgica utilizzata.


Negli anni sono state proposte numerose tecniche per la cura di tale patologia:

  • legatura soprainguinale;
  • intervento di Ivannisevich;
  • intervento di Palomo;
  • sclerotizzazione (anterograda o retrograda);
  • embolizzazione vene spermatiche;
  • legatura laparoscopica.


Queste tecniche, se eseguite da operatori esperti offrono delle buone garanzie di risultati, anche se le linee guida internazionali riportano che il rischio di recidiva o di persistenza del varicocele è abbastanza alto (15% nella legatura alta – 10% nella sclerotizzazione).

prognosi

Circa il 50% dei pazienti sottoposti a trattamento va poi incontro a una normalizzazione della fertilità. I migliori risultati (frequenza di gravidanza del 40%) vengono ottenuti in soggetti con conta spermatica pre intervento superiore ai 10 milioni al millilitro.
Il controllo dei parametri seminali andrebbe fatto non prima di 3-4 mesi dall'intervento.
Rimane comunque la possibilità di recidive, data la natura strutturale della patologia.

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